HomeEsperienzeDisagio a Bucarest: sperduti nella periferia della città

Disagio a Bucarest: sperduti nella periferia della città

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Disavventura nella periferia di Bucarest

Ecco che mi ritrovo, anche questa volta, a raccontare una situazione grottesca in cui siamo finiti… per colpa mia. Non è tanto questione di sfiga addosso, è che io molto spesso mi diverto a creare problemi e più mi accorgo che le cose girano male, più continuo per capire fino a che punto posso arrivare. Sono scemo.
Fatta la premessa, cosa ci è successo? Bhe siamo finiti a 20km dal centro città, in un luogo dimenticato pure dai rumeni stessi dove non esisteva internet, non esisteva un wi-fi e nessuno parlava inglese, italiano e forse neanche il rumeno!
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Come nasce il tutto?

Tutto nasce dalla mia grande idea di andare a vedere il Garajul Ciclop, uno spazio autogestito base della street art di Bucarest. Ho rotto le palle per due giorni interi con “Oh io qui ci devo andare eh!“. Arrivato il mio momento, cerco su google maps, prendo la via, chiamo il taxi e do l’indirizzo. Da qui parte il disagio.
Il tassista inizia a guidare, gira a destra, a sinistra, semaforo ed i ragazzi continuavano a dirmi

Mica era vicino?

Ma si ci starà scavallando qualche euro“.

Ad un certo punto ci troviamo nel NULLA, su una via a 4 corsie dritta, che termina nell’infinità e nell’ancora più nulla.
Freno, quattro frecce, dito sul tassametro a dire “Va che sono 10 euro“, pago, scendiamo e…. “Dove cazzo siamo finiti?!

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La ricerca di un aiuto e “Here is dangerous, you should go”

Come di consueto io inizio a ridere mentre vengo insultato dagli altri ragazzi; inizio a dire “Ma non preoccupatevi, è qui da qualche parte, alla fine è un garage riutilizzato. Unica cosa: mi ricordavo fosse un palazzo e qui non ne vedo“. Ho provato a negare l’evidenza più volte, ma era chiaro, avevo dato l’indirizzo sbagliato… di 20km. Io ho causato il danno, io lo risolvo: mi guardo attorno e praticamente vedo uno sfasciacarrozze dove magari ammazzavano pure la gente vent’anni fa, una macelleria che ricorda i peggiori bar di Milano e qualcosa tipo un BricoMan, ma giustamente chiuso.
Provo ad entrare nella macelleria e chiedere aiuto: quando noto che nessuno mi capisce, e non perchè parlavo male inglese, inizio a ripetere “Garajul Ciclop”, ma a quanto pare sembrava stessi parlando di un edificio inesistente. Passa un’ora e non si vede un taxi, dispersi nel nulla, senza possibilità di rientrare, noto in lontananza dei ragazzi che si dirigono verso dei binari dove passava un trenino e provo a colloquiare con loro in inglese. Come sempre, nessuno di loro conosce sto Garajul Ciclop, però mi sparano fuori due frasi che ci cambiano la giornata

“You Should Not Be Here, Is Dangerous”
“Guys, go home fast or something bad will happen”

Figa: fuga facile.

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Iniziamo a camminare nella direzione opposta, mentre scende qualche goccia di pioggia ed inizia a fare buio, finalmente raggiungiamo dei taxi ed anche qui disagio più totale: il primo ci chiede 30 euro a muso duro, neanche avevo aperto bocca e le sue parole sono state “Taxi? 30 euro“. Strategie di marketing aggressive. Il secondo manco mi apre il finestrino, il terzo invece è una bravissima persona, peccato che non capisce nè l’italiano nè l’inglese quindi gli diciamo la via precisa da cui siamo partiti (Arthur Verona, strada di street art di Bucarest) e ci riporta lì.

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Conclusione a sorpresa da veri #Disagiated

Alla fine è stata un’esperienza divertente, soprattutto visto il finale. Rientriamo alle 18.00, pago il taxi, scendiamo e mi impunto perchè io quel posto devo trovarlo. Cerco su google qualche immagine e dico “Oh ragazzi vedete, c’è proprio un cazzo di palazzo con scritto CICLOP“. Mi guardano, mi insultano, rido, mi fanno alzare lo sguardo e puntano il dito verso l’alto… era il palazzo di fianco a noi. In pratica il luogo era a 100mt da dove siamo partiti.

Pensate sia finita? NO! Arriviamo e…. CHIUSO ALLE 17.00!!

Sarà che son scemo, ma io mi ammazzo sempre dalle risate a raccontare le disavventure… alla prossima!

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Ho la barba, ma pochi capelli. Rido, Lavoro, Viaggio, Mi Diverto. Pratico sport: l’importante è farmi male. Il mio primo viaggio da solo è stato un viaggio di lavoro a Montevideo: 30 ore per tornare in Italia. #Hipsterismi tutta la vita

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